Negli ultimi anni, da quando i social media hanno preso piede nella quotidianità del nostro vivere, si assiste a un proliferare di professionalità “digitali”, più o meno affinate attraverso studi accademici e corsi ad hoc.
Queste professioni sono in divenire, proprio come la materia (altamente instabile, a mio avviso) di cui si occupano.
Social media manager, digital creators, media specialist, coach, experts e così via: hanno qualcosa in comune?
Ovviamente sì. Tutti loro hanno un importante comune denominatore: il digitale, ossia quello che in gergo noi chiamiamo “nuovi media”.
Una definizione che ai più giovani susciterà un risolino, ma che a noi massmediologi serve per segnare una netta separazione tra i “vecchi” media (radio, televisione, carta stampata) e i media digitali, cioè quelli che rappresentano oggi una fetta molto corposa di quello che in sociologia viene definito quarto potere.
Facciamo una premessa utile a operare i dovuti distinguo in seguito.
Digital media marketing
Il Digital marketing è quel grande insieme di tecniche e strategie che hanno lo scopo di delineare e rendere incisivo il commercio e la pubblicità online di prodotti e servizi.
Per fare questo, vengono utilizzati tutti i canali digitali possibili e disponibili, che vanno di solito integrati con i canali tradizionali per rendere la campagna quanto più possibile “completa”.
Per ottenere questi risultati, si utilizza l’advertising digitale (banner pubblicitari da visualizzare sui siti ospitanti), il SEO (search engine optimization, ossia la presenza ottimizzata nei principali motori di ricerca, ottenuta in modo organico), il SEM (search engine marketing, che è invece la presenza nelle ricerche ottenuta tramite annunci a pagamento) e tanti altri strumenti come l’email marketing, le affiliazioni, il co-marketing e il re-marketing. Quest’ultimo è piuttosto interessante e molto utilizzato nel marketing digitale, perché consente di registrare le preferenze degli utenti tramite cookie.
Gli obiettivi principali che si propone un Digital media marketing di successo sono:
- Plan – analisi del mercato di riferimento e del target
- Reach – individuazione dei canali più consoni (social, web, stampa etc.)
- Act – creare interesse e mantenerlo nel tempo
- Convert – creare “azione” (acquisto e-commerce, iscrizione alla newsletter, etc.)
- Engage – alimentare la relazione successiva all’azione (customer care, feedback, soddisfazione del cliente, indagini di mercato per migliorare etc.)
Social media marketing
I social media sono quindi, visti in questa ottica, solo una piccola parte del vasto universo rappresentato dagli strumenti digitali che internet stesso ci offre.
Una parte importante, giacché oggi i social sono entrati nella vita quotidiana di tutti noi, alcuni di essi utilizzati anche dai minori.
Le piattaforme social sono dei grandi aggregatori sociali, capaci di collegare persone distanti migliaia di km, far nascere relazioni e legami, mettere in contatto domanda e offerta: quante volte utilizziamo i motori di ricerca per un’idea regalo, trovare un numero di telefono, individuare un posticino per la pausa pranzo, magari a pochi passi da casa, o una tavola calda d’asporto?
Facciamo almeno una di queste operazioni tutti i giorni ed è proprio qui che entrano in gioco i social network. Un esempio tra tutti? La ricerca di foto dei clienti e, soprattutto, le recensioni.
L’attività di un social media manager, quindi, va da sé che sarà limitata ai canali social di un’azienda (Facebook, LinkedIn, Instagram, Twitter…). Compito suo è trovare la giusta strategia comunicativa che si concentra sui contenuti web adatti a creare il cosiddetto funnel marketing.
Digital Media e Social Media, dunque, non sono affatto sinonimi, anche se vengono utilizzati ormai erroneamente come tali: molte aziende oggi concentrano la loro attività principalmente sui social network, ma non sempre in modo esclusivo.
I social sono solo uno dei tanti strumenti digitali utilizzabili: una strategia digitale generale e generalizzata include necessariamente anche siti web, app, blog e riviste online, marketing online e offline, podcasting e tanto altro.
Brand identity: chi sono e cosa faccio (sul web)?
Adottare una strategia digitale completa che non includa solo i canali social, è necessaria?
Ovviamente no. Ma è fortemente raccomandata.
Tutto parte dalla definizione del proprio nome e scopo online (Brand identity) e, dopo questo passo, il successivo è quello di pianificare una strategia comunicativa che sia il più possibile omogenea, distintiva e altamente riconoscibile.
Integrare i contenuti digitali su diversi canali permette di diffondere la propria voce in contesti differenti: se la mia attività consiste nel produrre e vendere panini e hamburger, ad esempio, indubbiamente è bene avere un sito web con il listino prezzi, la filiera degli ingredienti utilizzati e delle foto che rendano appetibili i prodotti.
Ma un cliente che ha bisogno di un panino al volo nella pausa pranzo, potrebbe trovare utile un’app che gli consenta velocemente di ordinare in delivery e, quasi sicuramente, cercherà la mia attività sui motori di ricerca per rintracciare il mio indirizzo e i recapiti telefonici.
Avere una pagina su Instagram o su Facebook, essere presenti su TripAdvisor in modo che i clienti possano pubblicare foto, recensioni, opinioni, rappresenta quel non plus ultra che ci farebbe arrivare a tantissimi altri clienti.
E perché non creare anche un blog, dove scrivere curiosità, progetti, notizie e articoli dedicati ai prodotti? Un buon modo per attirare clientela è quello di fare storytelling: nelle mani giuste, anche un semplice panino può diventare un’opera d’arte.
I social network, inoltre, rispetto a tanti altri strumenti come siti web, app dedicate e annunci pubblicitari, sono completamente gratuiti.
Se non si è sicuri del budget da investire, per fare l’esempio più classico, si può decidere di partire dai social per poi elaborare una strategia più completa.
I SMM servono solo agli influencer?
Un diffuso pregiudizio vuole che esperto di social, di web e di creazione di contenuti pubblicitari sia necessario solo agli influencer famosi, perché non hanno tempo di rispondere ai loro followers: non c’è niente di più sbagliato.
Il social media manager e il digital media strategist (e tutte le altre definizioni che comprendano le parole “social media” e “digital media”) sono due professionalità non in concorrenza tra loro, né sono la stessa cosa: potremmo dire che sono l’una parte dell’altra, capaci di lavorare in sinergia e di completarsi a vicenda, pur riuscendo ad agire in modo totalmente indipendente. Una strategia digitale oggi è necessaria per chiunque voglia trasferire, migliorare, avviare la propria attività di beni o servizi online.
Ed è per questo che, quando qualcuno che mi ha vista nelle stories di Instagram, o ha letto i miei post su Facebook, mi chiede se “faccio l’influencer”, sorrido e mi rendo conto che ogni cosa necessita della corretta informazione.
Dai un’occhiata alla mia pagina dei servizi, per capire se faccio l’influencer oppure no 🙂